Lasciati trasportare
Il compito affidato ad Amaranto era quello di valorizzare il Museo Nazionale Romano come un’insieme di luoghi, da percorrere. Incuriosire lo spettatore dello SPOT con un trattamento creativo che non resta nei canoni tradizionali della comunicazione museale, di tipo documentaristico, ma sfrutta il potenziale di “attention getting” di un inusuale narrazione metaforica.
La narrazione prende le mosse da un equivoco giocoso. La linea con cui esordisce il racconto genera infatti nell’osservatore un’aspettativa che resta inizialmente insoddisfatta e che attira proprio per questo la sua attenzione: di che linea stiamo parlando? Metaforica, reale?
Seguendola, aiutati da alcuni segnali che iniziano a popolare il racconto, capiamo ben presto che la linea che stiamo osservando è sia fisica, sia temporale. Attraversando e collegando le sedi del Museo Nazionale Romano, essa ci invita a viaggiare dentro la storia di Roma, nei suoi misteri, nei suoi miti, nei suoi capolavori.
Il viaggio, fisico ed emozionale, che il Museo offre ai suoi visitatori viene metaforizzato anche da una linea “metropolitana” visualizzata sulla parte bassa dello schermo che, oltre a localizzare/contestualizzare le immagini, rafforza il “continuum” contenutistico-narrativo che lega le quattro sedi del Museo in un unico percorso di scoperta. La call to action finale “lasciati trasportare” chiude circolarmente il racconto, verbalizzando l’insight comunicativo generale nella forma dell’invito aperto ai visitatori: prendete la nostra linea ed unitevi al viaggio.
In chiusura, l’animazione traduce e cristallizza visivamente il claim di campagna “Museo Nazionale Romano. Quattro sedi, un’unica storia di cultura”: il logo MNR è infatti la stessa linea che unisce le quattro sedi in un unico viaggio attraverso il tempo e i luoghi di Roma.
Un itinerario, fisico e culturale che ci invita a seguirlo, a un’unica semplice condizione: lasciarci trasportare.